Cava de’ Tirreni. Le dichiarazioni del professore Lombardi diventano un ‘caso’

in UNISA

E le parole del professore Domenico Lombardi, responsabile della Chirurgia dell’ospedale cavese, diventano un ‘caso‘.
L’accademico, che in una intervista aveva parlato, riferendosi ai colleghi del plesso centrale del ‘Ruggi’, di “… segreta speranza di “liberarsi” di pazienti con complessità, ci fa onore perché ci mandano dei casi che probabilmente avrebbero difficoltà a trattare“, ora finisce nel mirino dei sindacati. Che hanno inviato una lettera al direttore generale chiedendo “…quali provvedimenti intende assumere nei riguardi del professore Lombardi per le dichiarazioni rese alla stampa non autorizzate“.
Intanto, il manager potrebbe, nelle prossime ore, pubblicare i dati relativi all’attività chirurgica e della intera Area emergenziale del capoluogo che, dalle prime indiscrezioni, pare siano notevoli. Salvo che non si opti per una conferenza o relative interviste. Un comunicato, comunque, sarebbe stato già preparato dagli addetti ai lavori, ovvero: medici e coordinatori delle Unità interessati.
Per eventuali provvedimenti, come richiesto dai sindacati, il ‘Ruggi’ non può che interfacciarsi con chi è deputato a farlo: l’Università. Qualcosa potrebbe accadere ma solo per il fatto che la ‘storia’ recente parla di ‘provvedimenti’ a carico di professori e medici per molto meno. Sempre per dichiarazioni ‘ non autorizzate’.
Chirurgia resta una polveriera. Da sempre nell’occhio del ciclone. Già nel 2015, si trova una interrogazione presentata dal consigliere regionale Alberico Gambino (Fratelli d’Italia-AN)per conoscere in che modo “si vuol intervenire per far sì che il manager Viggiani riveda il suo provvedimento di riunificazione della Divisione di Chirurgia d’Urgenza consentendo alla Scuola di specializzazione di poter proseguire con le sue attività“. Chirurgia era stata divisa e Lombardi aveva avuto una sua Unità; per successive incomprensioni tra medici, l’Unità era stata riunificata. Scrive in sintesi Gambino al quale, stando a cuore la specializzazione e il futuro dei giovani, scrisse l’nterrogazione.
E come dagli torto. Chirurgia, anche secondo il management di via San Leonardo, deve essere rafforzato con una delibera di Mobilità che consentirebbe (chi ha per esempio già maturato presenza in reparto parte avvantaggiato), di aspirare al ‘miraggio’ di poter lavorare per l’azienda universitaria. Sarebbe un sogno per quanti, con sacrifici e sudore, hanno lavorato anni. Ottenere mobilità e ‘comandi’ non è semplice. No, anzi. Ci sono medici che non sono mai risusciti ad ottenere il nulla osta. Forse incapaci, forse sfortunati per congiunture astrali sfavorevoli.
E c’è attesa anche per la decisione della dottoressa Carmela Rescigno. Lei, per esempio, ha già maturato un anno di importante presenza a Cava dando un fattivo, prezioso contributo. Bisogna capire se vuol continuare o meno la strada intrapresa.

La professionista viene dall’Asl Salerno, dalla chirurgia di Sarno dove la carenza di personale è molto nota. Chissà se vorrà proseguire la sua esperienza al Ruggi (il dg Antonio Giordano firmerà il nulla osta lasciando scoperto il reparto sarnese?), magari partecipando al bando o tornare nella sua azienda. Che ha lasciato pro tempore dopo aver incassato tutti pareri negativi (dal Tribunale, ndr) ai suoi ricorsi per continuare a ricoprire il ruolo all’Obi dell’ospedale di Nocera. Ruolo assegnatole dall’ex manager Antonio Squillante, all’epoca considerato politicamente vicino all’onorevole Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia-AN, partito dove milita la dottoressa da anni. Si è anche candida al senato.
La dottoressa incassò, all’epoca dei fatti, anche la solidarietà di Cirielli che presentò una interrogazione parlamentare sulla vicenda parlando di “mancanza di merito nell’Asl“. Anche la dottoressa la pensa così e sulla sua pagina facebook scrive: “Le scorciatoie sono volgari“. Come darle torto.L’onestà resta merce rara e per pochi fessi. Il mondo è dei furbi. Che vengono premiati.

rosa coppola

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