Cava. Il Dg del Ruggi incontra il sindaco sul futuro dell’ospedale

in UNISA

Il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno, Vincenzo D’Amato, oggi incontrerà il sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli, per parlare del futuro dell’ospedale metelliano.
Sul tavolo, reclutamento e azioni strutturali già programmati. La notizia è emersa nel corso della puntata “Cronache Salute” che ieri ha acceso i riflettori sul presidio nosocomiale ‘Santa Maria dell’Olmo’ da tempo agli onori della cronaca per molteplici criticità. Tra queste sicuramente spicca la telenovela legata alla chiusura-apertura annunciata poi ritirata della rianimazione; l’importante reparto non è operativo a causa del Covid che ha necessitato di personale specializzato spostato al Da Procida. Personale pescato dal plesso metelliano, come spesso capita, bloccando o rallentando l’attività emergenziale.
“Senza rianimazione la filiera emergenziale non ha senso, esordisce Gaetano Biondino – infermiere e sindacalista Cisl, sempre attento alle problematiche dell’ospedale. Ma anche senza personale non andiamo da nessuna parte; se domani ci comunicano la ripresa delle attività non andremo molto lontano senza nuove unità. L’ossigeno in bombola è poco. Pensate che in Chirurgia ci sono tre medici e altrettanti in Ortopedia e l’estate si avvicina. Bisogna dare identità all’ospedale, capire qual è il progetto e realizzarlo, una volta e per tutte. E non ultimo renderlo appetibile. Chi specializzando deciderebbe ora come ora di venire da noi? Chiedo al Direttore generale, all’amministrazione comunale cavese di decidere sul da farsi”, conclude Biondino. Sulla stessa linea Vicente Barra, noto chirurgo-ortopedico  da poco in pensione che ha vissuto l’ospedale quando era coordinato dall’Asl Salerno prima, dall’Azienda poi. Ha vissuto i tempi d’oro e l’inarrestabile declino. Cosa è accaduto?
“E’ accaduto che le priorità sono cambiate puntando a far quadrare i conti, effettuando tagli lineari. Accorpando i reparti, perdendo di vista l’utenza, il paziente che è il nostro primo e fondamentale obiettivo. Invece le strategie hanno cambiato asse e oggi l’ospedale non è più appetibile”.
“La medicina di base potrebbe essere una chiave di volta per l’attività ospedaliera, alleggerendone la mole che crea fatica al persona ridotto all’osso. Garantire assistenza e coinvolgere l’utenza”, ha sottolineato Mena Avagliano, consigliere comunale con delega alle politiche sociali del comune di Cava.

fonte

Le Cronache
Rosa Coppola

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