Salerno Sanità

‘No alle agenzie interinali’, il Movimento Infermieri in piazza contro l’Asl. E il Dg media e apre al dialogo

Il Movimento Infermieri Campania e Professioni Sanitarie in piazza, stamani, dinanzi alla sede dell’Asl Salerno, per dire ‘no’ al reclutamento tramite agenzie interinali: il Direttore generale apre al dialogo e accoglie alcune istanze.
Il manager Antonio Giordano ha incontrato una delegazione di manifestanti e sindacalisti confrontandosi sulla delicata questione e aprendo al dialogo. E ai fatti. Al centro del braccio di ferro la delibera della settima scorsa che sancisce una “gara d’appalto milionaria” per l’assunzione di lavoratori interinali nonostante vi siano “graduatorie aperte da cui attingere personale qualificato, in modo da rispettare i principi di trasparenza, efficienza ed economicità”. Il Movimento ricorda che la Regione ‘invita’ Asl e Aziende a non far ricorso alle agenzie mentre Salerno ha avuto persino l’autorizzazione.
Il verbale dell’incontro riporta: la delibera aziendale sarà rivista nella sua durata, non più 36 mesi ma 24; si prenderà in considerazione la norma sul ricongiungimento; si scorrerà la graduatoria dalla quale attingere 50 unità (quasi interamente già individuati, mancano poche unità).
La mediazione piace anche se a metà. Gli infermieri sono più che decisi ad andare avanti e a prsentare ricorso alla Corte della Conti per una situazione, dicono, che presenta lati tutti da chiarire. “Assumere costa meno che ricorrere agli interinali. Le graduatorie sono aperte ma non si usano”, gridano in coro.“Dimenticanza? Distrazione? Casualità?” si domandano Mif e Ps, anche se “potrebbero essere tutte reali e credibili, seppur ingiustificabili, attenuanti se non fosse che poi nella realtà ci si imbatte in provvedimenti atti a favorire la crescita esponenziale di altre forme di lavoro, interinali in primis. Allora – spiegano – poi sorge il dubbio che tutte le attenuanti sopra citate siano in un certo qual modo autorizzate, che il rallentare i legittimi iter legislativi, con relativo sperpero di risorse pubbliche, sia proprio il fine ultimo dell’organizzazione sanitaria campana, che il “dolo” assistenziale in termini economici e qualitativi sia quasi calcolato e poi gestito per favorire ,forse, qualche inspiegabile richiesta”.