Parola d’ordine:ridurre i tagli cesarei nell’Azienda ospedaliero-universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. Rientra tra le mission che la Regione (come stabilito dai nuovi Lea) ha affidato al plesso di via San Leonardo dove la battaglia è iniziata circa tre mesi: far dimenticare i record in negativo di parti cesarei (primo parto) che supera il 65%.
Ebbene, grazie alla sinergia tra Direzione e Dipartimento ‘Età Evolutiva’ sono già arrivati i primi risultati: le nascite non in modo naturale si attestano intorno al 50%. Grazie all’abolizione degli interventi di notte, si è riusciti in poco tempo a raggiungere un traguardo importante. Ma c’è da lavorare. Per poter avere percentuali allineate alla media nazionale.
L’Italia è al pari della Bulgaria e della Polonia, prima ex equo in Europa, per i tagli cesarei eseguiti su cento parti. Nel BelPaese la percentuale registra il 35.7% mentre l’ultima è la Finlandia con i 15.8% (dati 2015).
L’abuso di parti chirurgici spesso ha origine proprio dai comportamenti di taluni medici, in altri è la stessa mamma a richiedere l’intervento. Per motivi personali o per quel legame al medico di fiducia che l’ha sempre seguita.
Ma, il capitolo Ginecologia del ‘Ruggi’ è anche e soprattutto, come riporta l’attualità, attenzione verso il Rooming in, ovvero la gestante nell stessa stanza del neonato. Si sta lavorando per completare i lavori entro fine mese. I posti letto sono 17 mentre il Nido, che verrà ristrutturato, avrà circa 22 cullette.
Ancora, la rivoluzione, che vede in prima fila tra gli altri, il Capo Dipartimento Ennio Clemente (nella foto),
è l’installazione (dovrebbe essere completata a breve) di web cam nella Terapia intensiva neonatale. Una innovazione che consentirà ai genitori di poter virtualmente abbracciare il piccolino amorevolmente accudito dagli specialisti.
rc