SALERNO
La struttura commissariale regionale sanitaria della Campania sospende le procedure di assunzione in mobilità dell’Azienda ospedaliera universitaria ‘San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona’ di Salerno. I commissari (Mario Vasco, capo Dipartimento Sanità e attuale commissario della Asl Napoli 1; il subcommissario Ettore Cinque; Antonio Postiglione, Dirigente di Staff e attuale commissario dell’Asl Salerno) scrivono che “… la scrivente struttura non ha ancora completato l’esame istruttorio delle istanze aziendali sull’argomento e che viene in esigenza la sospensione delle procedure fino all’esito finale delle valutazioni commissariali”.
Un fulmine a ciel sereno se si pensa che oggi, secondo una delibera firmata dal dg del Ruggi, Vincenzo Viggiani, inizieranno a lavorare i primi 29 infermieri. In totale, le unità protagoniste della mobilità, compresi i medici, dovrebbero essere circa 50.
“Cosa accadrà ai lavoratori, tra infermieri e medici, che, grazie alla mobilità, hanno già lasciato le Aziende di provenienza?”, si chiede il segretario generale della Cisl Fp, Pietro Antonacchio.
Sembra non esserci pace per l’Azienda di via San Leonardo assurta, solo qualche giorno fa, agli onori della cronaca nazionale per il maxi blitz sull’assenteismo. E ieri sono stati ascoltati, dal Gip Sergio De Luca, i primi cinque dei complessivi dieci dipendenti sospesi dai pubblici uffici per un anno (l’accusa è truffa ai danni dello Stato). A sfilare dinanzi al Giudice sono stati: il sindacalista Carmine De Chiaro (il cui colloquio è durato oltre un’ora); Carmela Di Paolo che ha spiegato di essere sempre stata al lavoro; avvalsi della facoltà di non rispondere, invece,Santo Pepe, Maria Luisa Palo, Elena D’Ambrosio; Vincenzo Califano non si è presentato. Oggi, si continua con la seconda parte degli interrogatori.
Ma se il ‘Ruggi’ piange, l’Asl Salerno non ride. I sindacati uniti sono in stato di agitazione e vanno verso lo sciopero. Il commissario sraordinario ha ritenuto non poter dare seguito all’accordo, siglato con la passata amministrazione, che satabiliva lo scatto di fascia lavorativa. Ha sostenuto che non vi sono fondi necessari e che quelli per lo straordinario è stato sforato. Ha anche inviato ai dirgenti delle macroaree una nota per contenere ulteriormente la spesa, tagliando straordinari e indennità.