Salerno Sanità

Scafati non manda gli infermieri al pronto soccorso di Nocera.E’ caos

“Uscite allo scoperto e dite le reali intenzioni che avete sul futuro della sanità salernitana. Tra poco chiuderemo il pronto soccorso di Nocera. Hanno stoppata sei infermieri in straordinario da Scafati.poi, ci hanno ripensato.almeno in teoria”. E’ amareggiato, molto, Gennaro D’Andretta, il coordinatore infermieristico dell’emergenza dell’ospedale Umberto I, il plesso più grande dell’intera Asl Salerno, alle prese con la quasi impossibilità di fare i turni.

“Dopo l’entrata in vigore della 161 del 2014, che condivido ritenendo sacrosanto il riposo, l’azienda non si è organizzata per tempo”, aggiunge il sindacalista Cgil. Infatti, ieri mattina è giunta la lettera del direttore sanitario del nosocomio scafatese, Aristide Tortora,

e della responsabile dell’Emergenza, Gerarda Montella, con la quale si comunicava il blocco della mobilità degli infermieri. Non si autorizzavano gli straordinari per quei sei infermieri che danno man forte al pronto soccorso di Nocera (composto da 45 infermieri e 18 medici). Fare i turni con meno personale, che poi andrà per Legge anche in ferie, è drammatico. Ore di attesa, ansia, polemiche. Poi, il dietrofront della direzione sanitaria nocerina che comunicato, per il momento solo verbalmente, di annullare la disposizione dei colleghi.“La nuova disposizione in merito all’orario di lavoro sta determinando un significativo collasso dell’attività assistenziale, anche nell’Area dell’emergenza/urgenza, con grave nocumento per la tenuta e la continuità assistenziale nell’ambito del Settore dell’urgenza e dell’emergenza”, aggiunge D’Andretta. “Allo stato non sono nella condizione di formulare una turnistica tale da garantire la migliore assistenza.Questi temi dovevano essere affrontati per tempo; si registra un grave ritardo e le stesse scelte, discusse e condivise dai Direttori dei Presidi, sono poi, nella pratica, sconfessate e disattese.Il grave vulnus assistenziale deve essere assolutamente colmato”. Arturo Sessa, della Cgil, chiosa: “Se le direzioni periferiche non raccolgono le disposizioni del commissario delle due l’una: o non c’è rispetto per quanto deciso o non c’è stata decisione a monte”.