Asl Sa. Nomina primario dubbia, chiesto il processo per l’ex Dg Antonio Squillante

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La nomina di dirigente del reparto di Ostetricia e Ginecologia presso l’ospedale di Nocera Inferiore è al centro di una richiesta di processo per cinque persone, tra le quali figura l’ex manager dell’Asl Salerno, Antonio Squillante. L’indagine è stata condotta dalla Procura di Salerno, con il gip che valuterà le cinque posizioni il prossimo dicembre in udienza preliminare. Le accuse sono di abuso d’ufficio in concorso e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. Oltre a Squillante, difeso dal legale Giovanni Annunziata, ci sono il medico Antonio Del Bene di Nocera Inferiore, professionista indicato per quel ruolo, Federico Pagano, direttore sanitario (venuto a mancare qualche giorno fa,ndr) Anna Maria Farano nel ruolo di direttore amministrativo e Francesco Avitabile, dirigente del personale Asl. Stando alle indagini del sostituto Valleverdina Cassaniello, quella nomina sarebbe stata frutto di un accordo. L’atto finito al vaglio della magistratura è la delibera 259 del 7 marzo 2013, avente ad oggetto il conferimento di incarico dirigenziale provvisorio del reparto dell’ospedale nocerino a favore di Del Bene. Quest’ultimo, inquadrato nel ruolo di «istigatore». Secondo l’accusa, vi sarebbe stata una violazione della procedura concorsuale, regolata dalla “pubblicazione di avviso di selezione e valutazione comparata dei curricula dei concorrenti”. La nomina non avrebbe tenuto conto dei criteri di valutazione e trasparenza, con una procedura che non avrebbe registrato alcuna traccia documentale. Farano e Pagani avrebbero dato parere favorevole alla proposta, mentre Squillante – in qualità di manager – avrebbe convalidato la delibera in questione, violando la procedura. Con la contestazione automatica di falso ideologico. L’iter avrebbe avuto l’ok su tutto: dalla pubblicazione dell’avviso fino alla selezione di valutazione, concedendo a Del Bene un «ingiusto vantaggio consistito nel conferimento dell’incarico dirigenziale». Ma per la procura, oltre alla nomina, vi è da contestare anche la proroga dell’incarico. Gli indagati avrebbero infatti assicurato quel ruolo oltre il limite previsto dei dodici mesi. Così come recita il contratto nazionale. E omettendo le procedure concorsuali previste per una nuova nomina a tempo indeterminato. Le accuse della procura, insieme al materiale investigativo, saranno ora valutate in sede di udienza preliminare dal gip. Insieme alle cinque contestazioni che vengono mosse nei confronti dei singoli indagati. Solo al termine dell’udienza e qualora venissero ravvisati elementi di responsabilità sulla procedura, si deciderà per il processo.

fonte

Il Mattino

articolo a firma di Nicola Sorrentino

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