Covid. “Poche tutele”, Sindacati medici contro l’Asl Sa: in campo l’Ufficio legale

in UNISA

 
SALERNO
L’Asl Salerno non tutelerebbe adeguatamente i propri operatori sanitari impegnati nell’emergenza Covid: la Cisl medici della Campania decide di rivolgersi agli avvocati. Delega piena ai legali che segnaleranno la situazione agli ispettorati del lavoro territorialmente competenti, affinchè valutino i Percorsi adottati dall’Azienda e, ancora, diffideranno la Asl di via Nizza per sollecitare la immediata dotazione dei dispositivi di protezione individuale.
Qualora non vi fosse riscontro, entro tre giorni, il sindacato appare quanto mai deciso ad adire per vie legali trascinando la vicenda nelle sedi giudiziarie competenti.
La situazione è precipitata dopo che molti medici hanno manifestato, al proprio sindacato, una “generalizzata mancata adozione e diffusione di procedure precise che consentano di ottemperare agli obblighi di formazione e informazione”, si legge nella nota inviata all’Asl Salerno e ad altre Aziende campane. “Si ipotizza l’utilizzo di Dispositivi non idonei attraverso percorsi che non tutelano gli operatori quando, al contrario, DPI e percorsi dovrebbero essere accuratamente dettagliati nelle linee guida per l’emergenza Covid. Un caso tipico che viene sottolineato sarebbe l’utilizzo delle mascherine chirurgiche come DPI (in violazione del D.lgs. 81/2008) che, come noto, non le considera dispositivo di protezione individuale. Si aggiunge, inoltre, l’asserito problema delle tute protettive che dovrebbero recare il logo per il rischio biologico e invece sarebbero di tipo diverso”, continua il documento firmato dall’ufficio legale al quale la Cisl si è affidata che conclude: “L’amara conseguenza di quanto riportato dal Sindacato è il continuo ammalarsi di medici ed infermieri”.
“Chiediamo semplicemente il rispetto del percorso normativo tracciato dal Ministero”, chiosa Attilio Maurano, segretario regionale della Cisl.
La nota della Cisl, contestualizzata alla Campania, fa seguito a quella, simile, presentata a livello nazionale e condivisa da più sigle sindacali. Nello specifico, la diffida è firmata da: Anaao Assomed – Cimo-Fesmed – Aaroi-Emac – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn – Fvm Federazione Veterinari e Medici – Uil Fpl Coordinamento Nazionale delle Aree Contrattuali Medica, Veterinaria Sanitaria – Cisl Medici – Anpo-Ascoti-Fials Medici.
“E’ un gioco a rimpiattino, alla fine la colpa non sarà di nessuno”, spiega Vincenzo Stridacchio, medico anestesista, rappresentante aziendale dell’Aaroi e continua: “I dispositivi ci vengono consegnati con il contagocce dalle direzioni sanitarie. Dispositivi che invece si trovano nei Centri Covid e crediamo sia giusto. Ma il lavoratore va tutelato sempre, ovunque; questo è il senso della nostra diffida”. E come ne usciamo? “Non ne usciamo”, conclude Stridacchio.
Rosa Coppola

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