I medici possono, volendo, restare in servizio fino a settanta anni ma oltre i quaranta anni di attività. La deroga, valida fino al 31 dicembre del 2022, è stata già presa in considerazione dall’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno che presto applicherà l’articolo di Legge.
Ma, secondo Raffaele Albano, coordinatore provinciale della Uil, in “assenza di informativa e confronto”. Per attuare la deroga alla Legge, occorre un apposito atto aziendale che autorizzi la prosecuzione del rapporto di servizio fino all’assunzione di nuovi dirigenti medici. Per fare un esempio: se i vertici del “Ruggi” ritenessero di accogliere positivamente la richiesta di, per dire, un Capo dipartimento, dovrebbero ovviamente firmare un atto ad hoc.
Alla luce di questa situazione, Albano, chiede al management targato D’Amato, che ha già avviato l’applicazione del citato articolo, di prendere atto “dell’ atto regolamentare recante i criteri organizzativi ed i principi applicativi che devono sovraintendere la concessione dell’autorizzazione al trattenimento in servizio al fine di garantire il principio dell’imparzialità”, e ancora, “il riscontro di tutte le procedure attivate per far fronte alla carenze di organico evidenziate nel Piano triennale del fabbisogno del personale, il riscontro sulla procedura attivata di trattenimento in servizio, la modalità di accoglimento della domanda, la verifica della presenza della specialità oggetto della richiesta di trattenimento in servizio da parte del dirigente nel Piano triennale di fabbisogno”, conclude Albano.
Rosa Coppola
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