Nocera. Coronavirus: occorre un Percorso ospedaliero interno dedicato

in UNISA

L’emergenza Coronavirus sta mettendo tutti gli ospedali a dura prova. Anche quello di Nocera Inferiore, l’Umberto I. Il nosocomio più grande della Asl Salerno, grazie all’impegno costante del personale, sta in tutti modi affrontando il problema seguendo, in teoria, i percorsi tracciati. Che di seguito riportiamo.

CASO 1: un potenziale paziente Covid 19 + chiama il 118 o il numero preposto dallo Stato o dalla Regione: se ci sono criteri clinici esegue il tampone, se clinicamente giudicato stabile rimane a domicilio in attesa del risultato del tampone; nel caso contrario, viene ospedalizzato. Una volta ospedalizzato viene messo in isolamento dopo aver eseguito gli accertamenti del caso. Nel caso il tampone è negativo resta nell’ospedale di primo soccorso; in caso di positività del tampone viene trasferito nell’ospedale attrezzato Covid +.

CASO 2: un potenziale paziente sintomatico giunge in PS, viene accolto nella tenda della Protezione Civile: se ci sono i criteri clinici viene eseguito tampone e fatti esami ematochimici ed eventualmente radiologici. A questo punto due sono le possibilità: o il potenziale paziente infetto viene domiciliarizzato oppure ricoverato in ospedale in isolamento fino al risultato del tampone. Se il tampone è positivo viene trasferito nell’ospedale attrezzato Covid 19 +, se il tampone negativo resta in ospedale di primo soccorso.

CASO 3: 3a) Insufficienza respiratoria acuta in un paziente, in quarantena domiciliare, Covid 19 + si attiva trasferimento o presso ospedale di primo soccorso oppure verso Ospedale attrezzato Covid 19 +;

3b) Insufficienza respiratoria acuta in paziente che giunge in ospedale di primo soccorso viene praticato tampone e preso in carico dai Rianimatori dell’ospedale di primo soccorso fino al risultato del tampone. 

Dicevamo, Percorsi che non sempre è possibile seguire. Così, chiacchierando con alcuni medici in prima linea dell’ospedale, sono emerse importanti considerazioni. E una proposta. Una proposta di Percorso così spiegata.

Sarebbe opportuno che i pazienti sospetti o accertati Covid 19 + non venissero indirizzati negli ospedali, ma triagiati nelle tende attigue ai pronto soccorso; successivamente domiciliarizzati in quarantena, se le condizioni lo consentono, o inviati per gli accertamenti del caso presso l’ospedale attrezzato Covid 19 + dove resterebbero in isolamento fino al risultato del tampone. Questa procedura eviterebbe una sovrapposizione di percorsi negli ospedali che gestiscono anche altre emergenze. Immaginate a Nocera, dove i percorsi sono unici, cosa può accadere se arriva un infartuato o un paziente con emorragia cerebrale contestualmente ad un paziente sospetto o accertato Covid 19 + ?

Se in sala tc è giunto precedentemente un potenziale paziente Covid 19 un infartuato o uno con emorragia cerebrale deve attendere i tempi di sanificazione, che possono essere fatali per non parlare del rischio di contagio durante questi percorsi.

Una proposta sarebbe quella di centralizzare in un polo infettivologico-Covid 19 + questi pazienti in maniera da assicurare una uniformità e continuità di trattamento e rendere i percorsi sicuri in presenza di pazienti Covid assicurando una presa in carico tempestiva delle altre emergenze.

Per questo motivo i cinesi hanno costruito degli ospedali “sanatori” in 10 giorni preservando gli  altri ospedali“.

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