Asl Sa.Tomasco:”Cari commissari, a che punto sta la ricognizione del personale?”

in UNISA

Una lunga e dettagliata lettera,a firma di Biagio Tomasco della Rsu alla triade commissariale della Asl Salerno, per capire la ricognizione del personale a che punto sta. Tra dubbi e perplessità, ecco la interessante lettera integrale.

“Dipendenti in posizione di fuori ruolo.
Egregi Direttori,
come ben sapete, il Decreto del Dipartimento della Funzione pubblica dell’8 maggio 2018, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 173/2018, ha imposto alle Pubbliche
Amministrazioni il termine temporale del 22 settembre 2018 entro cui formulare il piano dei  fabbisogni di personale.
La cosa, atteso il lasso di tempo abbastanza breve che ci si trova davanti, desta non poche preoccupazioni al sottoscritto per due ordini di questione ben definiti, ovvero:
• I criteri che le SS.LL.II. vorranno prevedere affinché la stima del fabbisogno possa essere quanto più coerente allo status quo aziendale;
• La problematica mai risolta del personale che viene utilizzato in mansioni di non propria
competenza.
In ordine al primo punto, infatti, non si può prescindere dalla presa d’atto delle attuali ramificazioni dell’attività aziendale e dal personale, distinto per ruolo e categoria, che tali attività
rende possibile. Inoltre tale analisi andrebbe fatta tanto sotto il profilo qualitativo, quanto sotto quello quantitativo, atteso che le due componenti viaggino di pari passo l’una con l’altra, analisi che andrebbe fatta, tra l’altro, con il contributo analitico dei dirigenti apicali ai sensi dell’art. 16, comma 1, lettera a) bis del D. Lgs. 165/2001.
Di primaria importanza, a parere dello scrivente, è l’individuazione nel nuovo fabbisogno degli incarichi di funzione e degli incarichi professionali che, considerate le loro intime specificità.
Oltre a ciò, ancora non si è capito quale sia la volontà dell’Ente rispetto alle cosiddette progressioni verticali, che tanto interesse suscitano in numerosi dipendenti ansiosi, in base alle competenze tecnico/teoriche acquisite, di poter prestare la loro opera in altro asset aziendale, cosa tra l’altro auspicabile onde non vanificare l’immenso patrimonio professionale aziendale.
Sul secondo punto, è bene fare una riflessione che parte dalla deliberazione n. 303 del 29.03.2018, pubblicata all’albo pretorio in data 30.03.2018, con cui codesta spett.le ASL Salerno ha inteso
procedere al passaggio di profilo all’interno della stessa categoria ai sensi dell’art. 17 CCNL 1998/2001 Comparto Sanità, per tutti coloro che ne possedevano i requisiti e ne avessero fatto domanda.
A seguito della sopra richiamata deliberazione, il Direttore del Personale di codesta spett.le ASL Salerno, ha provveduto a redigere, con nota PG/2018/77883 del 27/03/2018, apposita
informativa sindacale che, tra gli altri, ha toccato anche la questione dei cosiddetti “passaggi orizzontali”.
Nella richiamata informativa, al punto 1, il Direttore SGRU chiariva che ” … omissis, circa le istanze pervenute di passaggio nel ruolo amministrativo da parte di personale del ruolo sanitario
non è stato possibile prenderle in considerazione atteso che l’applicazione della norma contrattuale, ribadita anche dal nuovo accordo di recente intervenuto, impedisce il “declassamento” da una categoria superiore ad una inferiore se non in presenza di requisiti e circostanze che non sono state verificate per quanto attiene le istanze pervenute”.
Inoltre, sempre nella nota sopra emarginata, il Direttore SGRU dichiarava che : “… omissis, aggiungasi che l’esame delle istanze ha consentito di verificare che solo in minima parte era stato
richiesto l’avvio della procedura per il passaggio dal ruolo sanitario ( CPS infermiere) a quello amministrativo da parte dei dipendenti che, attualmente, sono stati addetti e svolgono mansioni
amministrative .
Ci si riserva, pertanto, a breve, di chiedere ai dipendenti che trovansi nella situazione lavorativa sopra indicata ( ovvero svolgimento di mansioni amministrative ) la presenza di
situazioni particolari sullo stato lavorativo – evidenziate dal Servizio di Medicina del Lavoro – al fine di consentirne il passaggio ad altro ruolo, con inquadramento nella qualifica inferiore. In mancanza si inviteranno le Direzioni mediche di presidio, di distretto e di dipartimento ad
adibire il personale infermieristico ai compiti propri della qualifica”.
Da quanto suesposto deriva una domanda di non secondaria importanza, ovvero, a distanza di cinque mesi dalla delibera 303 e dalla informativa sindacale, è stato chiesto ai dipendenti che “sono stati addetti e svolgono mansioni amministrative” se si trovassero o meno in situazioni
particolari sullo stato lavorativo, ed “in mancanza” sono state invitate le singole direzioni mediche di presidio, e di distretto aggiungiamo noi, ad adibire detto personale ai compiti specifici della loro qualifica professionale?
Vogliamo ricordare che il CCNL Sanità del 21 maggio 2018, preveda, così come i
precedenti CCNL, e prima ancora il comma 3 dell’art. 16 del D. Lgs. 384/90, a chiare lettere tale opportunità, e che a fronte di alcune richieste effettuate da personale dipendente si stia assistendo ad un immobilismo generalizzato che penalizza ancor più il rimanente personale di comparto, anche e
soprattutto dopo che è passata l’ennesima emergenza estiva.
Inoltre, mantenendo lo status quo, codesta azienda si espone al rischio del danno erariale in quanto continui a corrispondere a detto personale, soprattutto infermieristico, l’indennitàp secifica (IPS) senza che gli stessi risultino produttivi all’interno della filieras anitaria.Chiedo pertanto di conoscere, ai sensi dell’art. 6 comma 1 del D.Lgs. 165/2001, quale sia los tato dell’arte sulla stesura del fabbisogno triennale di personale, e quali siano i risultati delle eventuali comunicazioni effettuate dai dipendenti che, attualmente, sono stati addetti e svolgono mansioni amministrative, ed in mancanza delle stesse quali siano le azioni poste in essere dai direttori dei macrocentri interessati”, conclude la nota di Tomasco.

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