Stop ai ricoveri non urgenti nel pronto soccorso dell’ospedale “San Giovani di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. Le ambulanze che trasportano pazienti la cui diagnosi è riconducibile a codici bianchi e verdi(non vi è emergenza) dovranno trasferirli in altri nosocomi della provincia.
A firmare il provvedimento è stato il Direttore generale Vincenzo Viggiani dopo aver fatto, nella tarda mattinata di ieri, un certosino sopralluogo nei locali emergenziali del plesso di via San Leonardo. Che stanno scoppiando. Quello che manca, al momento, sono i posti letto, persino le barelle dove poter adagiare i pazienti. Così, il manager, accompagnato dal suo vice amministrativo, Salvatore Guetta, e dai sindacalisti Margaret Cittadino (Cgil) e Rino Finamore (Rsu) ha voluto vedere con i propri occhi cosa stava accadendo. Una realtà difficile attenuata, poco, dalla apertura dei nuovi locali, raddoppiati in termini di superficie. La vastità dell’area consente almeno di non avere barelle ammassate in ogni angolo.
Così, allo stop dei ricoveri, il manager ha anche disposto il trasferimento, a Salerno, di quattro nuovi infermieri provenienti dal nosocomio “Gaetano Fucito” di Mercato San Severino. All’appello mancano sempre gli operatori socio sanitari per i quali si è deciso di prorogare il periodo di lavoro (per gli interinali) e contare sugli stagisti (circa 50) che arriveranno dopo il 20 gennaio.
Si cerca, come detto, di correre ai ripari perché ieri alcune ambulanze dell’Asl Salerno hanno atteso fino a tre ore prima di poter lasciare il pronto soccorso, visto che non vi è alcun posto dove ricoverare i pazienti. Una attesa che lascia scoperto il territorio da una parte, e senza la giusta assistenza i cittadini dall’altra. “Il problema è il 118 che non funziona” esordisce Margaret Cittadino della Cgil, ieri in tour in pronto soccorso con il management e aggiunge: “Bisogna rivedere il sistema”.
