Mangiacavalli:”Infermieri, ecco le sfide del presente”

in UNISA

Infermieri: la professione del futuro, come la definiscono ormai gli esperti e le analisi sull’appropriatezza dei servizi sanitari per soddisfare i bisogni dei cittadini. Ma anche una professione ricca di sfide da affrontare nel presente.
C’è la sfida della crescita professionale, per la quale gli infermieri devono confrontarsi con i medici in ansia per supposte (e inesistenti) invasioni di campo della loro professione: gli infermieri, come loro, guardano al paziente, non però per la diagnosi e la terapia, ma per l’assistenza e la continuità di questa che diventa un bisogno essenziale soprattutto dei fragili e dei malati cronici. Più che curare, prendersi cura insomma e su questo piano è pronto il modello di competenze avanzate presentato da poco dalla Federazione Ipasvi che prevede competenze cliniche “perfezionate”, “esperte” e “specialistiche”. E due assi su cui disegnare la professionalità: quello della clinica, che rappresenta la linea del governo dei processi assistenziali e quello della gestione, che rappresenta il governo dei processi organizzativi e delle risorse.
C’è la sfida dell’occupazione, comunque a tutte le professioni della sanità, colpite dalla piaga del precariato e dei tagli alla spesa, con un contratto “assente” da cinque anni e una perdita del potere di acquisto di almeno il 25% dei loro compensi. Eppure gli spazi non mancherebbero. Nelle strutture private, ad esempio, di posti ce ne sono e il fabbisogno è concettualmente tarato anche su queste, visto che il loro rapporto è con il servizio sanitario pubblico, soprattutto in settori propri dell’assistenza infermieristica, come quelli delle residenze assistite e dei centri di accoglienza e supporto a pazienti anziani, cronici e non autosufficienti sul territorio.
C’è la sfida della responsabilità professionale dove i professionisti infermieri, in funzione dei combinati delle norme che regolamentano il nostro esercizio professionale sono sempre più oggetto di “interesse” della magistratura o per le sperimentazioni organizzative (see and treat, Uo a gestione infermieristica,dirigenza infermieristica ecc.) o perché riconosciuti come attori primi di azioni e procedure clinico-assistenziali che hanno generato eventi avversi (cadute, infezioni, lesioni cutanee, monitoraggio pazienti: esempi più frequenti presenti in giurisprudenza).
Ma c’è anche la sfida della sicurezza: secondo il V Rapporto sugli eventi sentinella del ministero della Salute gli atti di violenza a danno di un operatore sono l’8,6% delle segnalazioni di eventi. Da un’indagine di fine 2013 su un campione rappresentativo di infermieri emerge che oltre un infermiere su due ha subito un’aggressione durante lo svolgimento della sua professione e uno su tre è stato testimone di almeno un episodio di violenza o ne ha sentito parlare da colleghi. Una situazione che gli infermieri di Salerno ben conoscono: due aggressioni in meno di quindici giorni ai danni del personale infermieristico del pronto soccorso dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. E secondo le indagini a livello nazionale, ad aggredire gli operatori sanitari sono sia i pazienti (33,2%) che i parenti (29,8%) o entrambi (15,9%), principalmente di nazionalità italiana (62,3%) con alterazioni di carattere psichico o alcolico. Sarebbe opportuno un programma di prevenzione valutando i rischi nei luoghi di lavoro, formando il personale con particolare attenzione alle competenze comunicative e informando l’utenza dell’esistenza di una politica aziendale di tolleranza zero alle aggressioni. Ed è in questa direzione che va l’iniziativa del Collegio Ipasvi di Salerno: sensibilizzare utenza e dirigenza delle strutture. E per farlo il Collegio ha deciso di donare elmetti e t-shirt con il logo del gioco delle freccette: “chi ci vuol colpire non sbaglierà”, è la provocazione.
Un percorso fatto di sfide dunque. Che gli infermieri raccolgono e affrontano ogni giorno grazie alla loro responsabilità e professionalità. “Il nostro compito è assicurare assistenza. Vogliamo solo lavorare”, ha detto di recente il presidente del Collegio di Salerno. Giusto. E vogliamo lavorare in sinergia con le altre professioni; con la serenità e le certezze occupazionali necessarie a svolgere i nostri compiti; nella piena assunzione di tutte le nostre responsabilità, ma anche nella consapevolezza che queste saranno adeguatamente pesate; con la tranquillità di poter fare tutto questo senza essere bersagli facili – l’infermiere è sempre in prima linea – di chi più che assistenza cerca sfogo ai suoi problemi. Vogliamo tutto questo. E lo vogliamo con un solo obiettivo: il bene dei nostri pazienti. Noi siamo pronti, come sempre e da sempre, a fare la nostra parte.
Barbara Mangiacavalli
Presidente Federazione nazionale Collegi Ipasvi

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