Pannelli divisori, inamovibili. Fanno bella mostra nella sala, unica, dei prelievi usata dalla Diagnostica ematologica e dall’Ambulatorio Tao (terapia anticoagulante orale) del cosiddetto Polo oncologico dell’ospedale “Andrea Tortora” di Pagani. Una divisione che i pazienti oncologici non capiscono. Si sentono mortificati, diversi. Pazienti fragili che in quei pannelli vedono una muraglia, così l’hanno definita, tra chi deve controllarsi e chi, invece, combatte contro il mostro.
I vertici dei reparti interessati conoscono la situazione. La stessa direzione sanitaria, al corrente di quanto accade, sta cercando di porvi rimedio. Gia’, perchè c’è una spiegazione. Che non solleva, non conforta quei pazienti fragili, la loro anima, nel vedersi divisi da chi è gia’ malato e chi sta cercando di capire. Ma, come dicevamo, c’è un motivo.
Gli spazi al momento sono stati organizzati seguendo una voluta divisione, contando su un personale ridotto all’osso. E che sia poco, lo si capisce da una testimonianza, vera, forte: il personale deputato all’accettazione, che deputato non è, registra laureati in biologia. Pur di dare una mano, aiutare, davvero, non si bada al titolo.
Esistono poi lungaggini burocratiche legate ai lavori, alle ditte. Che dovrebbero eseguire i lavori. Esiste una valutazione di un Progetto per risolvere la delicata situazione, dare dignita’ al paziente. La volonta’ non è discriminatoria, va da sè. Ci sono accorpamenti e contingenze di reparti che un paziente non conosce. Di burocrazia si muore.
roco