I carabinieri del Noe sequestrano, in modo preventivo, la centrale termica per la preparazione di medicinali ad uso chemioterapico, e i commissari straordinari del ‘Ruggi’ corrono ai ripari. Nominando “in modo urgente” il professionista che si occuperà della richiesta per l’autorizzazione unica ambientale (AUA).
E con 10mila euro (nella delibera non viene specificata la durata dell’incarico) viene (ri)affidato l’incarico allo stesso ingegnere già individuato dall’ex direttore generale. L’ingegnere fu scelto per, tra le altre cose, “…acquisire e predisporre tutta la documentazione al compimento di tutte le attività necessarie per il rilascio delle Autorizzazioni Uniche Ambientali per il Ruggi e per la redazione di una relazione tecnica attestante il grado delle eventuali emissioni inquinanti prodotte dall’Azienda”. Questo quanto doveva fare il professore universitario, nel 2015. Poi ad arrestare i lavori dell’ingegnere ecco che arriva il sequestro, nel 2016. Un lasso di tempo che, in base ai fatti, non ha consentito al professionista universitario di poter concludere quanto richiesto dall’allora Dg. E ora i commissari gli hanno (ri)dato fiducia affidandogli il delicato compito di “verificare le emissioni, redarre report, etc”.
L’urgenza, costata 10mila euro (12mila con oneri fiscali comprensivi; oltre le spese sostenute per le analisi effettuata eventualmente da laboratori e/o da terzi), dovrebbe portare il Ruggi ad avere la sospirata autorizzazione.
