Sarno. Il Nas sequestra il Centro di Salute mentale

in UNISA

I carabinieri del Nas del Comando provinciale di Salerno hanno sequestrato, ieri, il Centro di Salute mentale di Sarno. I militari, guidati dal capitano Francesco Zaccaria, hanno eseguito il provvedimento d’urgenza  disposto dalla  Procura di Nocera Inferiore (pm Anna Chiara Fasano) chiudendo il Centro per molteplici mancanze. Così come evidenziato dalle stesse indagini svolte dai carabinieri, la struttura dell’Asl Salerno era priva di autorizzazione sanitaria,  del necessario certificato di agibilità. Insomma, non una mera formalità ma qualcosina di più serio che metteva a rischio la incolumità dei pazienti a causa della mancanza di sicurezza statica del plesso. Che, ancora, presentava criticità legate all’antincendio e alla sicurezza più in generale (fili volanti, mobili accatastati, scale interne non a norma). Dulcis in fundo, il Centro aveva come destinazione d’uso quella di una villetta privata e non di un Centro medico.
Insomma,  una nota curiosa, alla luce dei fatti, che strappa un sorriso amaro: l’Azienda sanitaria pagava da anni un fitto per un immobile privo di certificazione necessaria all’uso.
I pazienti, al momento circa sette, sono stati trasferiti in altra sede per essere seguiti nella cura e terapia mentre i vertici aziendali sono ora chiamati a spiegare la situazione.
Quella della salute mentale è un settore su cui l’Asl Salerno punta molto avendo una decisa articolazione territoriale. Il Dipartimento, infatti, come ufficialmente spiega l’Azienda, è composto, tra le altre cose, in 10 Unità Operative Complesse con Ambulatori, Centri diurni, Comunità residenziali e semiresidenziali; Servizi ospedalieri psichiatrici di diagnosi e cura; Centro per Trattamento dei comportamenti violenti. Insomma, una ramificazione notevole.
La notizia del sequestro subito si è diffusa, non solo a Sarno, creando scalpore e meraviglia. Il primo pensiero è andato ai pazienti, alla loro sorte. E poi la domanda: “Perchè?”. “Perché si è giunti ad un decreto persino d’urgenza, voluto dalla Procura, che la dice lunga sulle condizioni dell’immobile, dove, ricordiamo, vi erano pazienti. Quelli considerati fragili. E bisognosi di particolare attenzione. L’Asl dal canto suo spiegherà come sono andati i fatti magari impugnando il decreto di sequestro, se lo riterrà opportuno.
Rosa Coppola

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