Covid. E il Molise diventa silenzioso esempio da seguire

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Il Molise esiste. Lo dicono i numeri. Quelli non mentono. E così, la regione-non regione si ritrova ad essere, al tempo del Covid, un esempio, silenzioso.

In aiuto dei molisani, e dei numeri di un contagio contenuto, giocano un ruolo fondamentale le regole messe in campo, rispettate, e anche una azione di spostamento-mobilità che rappresenta un auto-restrizione (va detto). Nei dati elaborati da Germano Fiore (Presidente dell’Alfa Associazione di Psichiatria e Psicoanalisi Campana), “non è possibile non avere nuovi contagi”.

“Se ancora sognate che tra un mesetto o due, nella messa laica delle 18.00, Papa Borrelli I annunci n. 0 contagi salutatemi babbo natale quando andate a cena con lui il 24 dicembre”, ironizza il professionista. Questi i dati

2 aprile: 5
3 aprile: 11
4 aprile: 30
5 aprile: 18
6 aprile: 0
7 aprile: 0
8 aprile: 2
9 aprile: 8
10 aprile: 9
11 aprile: 3

Ma oltre i numeri, ci sono pagine pregne di dolori e gioie. E che assurgono agli onori della cronaca nazionale. Dividendo l’opinione pubblica. Il riferimento è ai nonnini ospitati nella casa di riposo di Agnone (Isernia).

A colpire è quel serpentone di ambulanze e forze dell’ordine che non lasciava intravedere la fine. Diciotto ospiti trasferiti dal Centro privato presso l’ospedale di Venafro.

“Deportazione”, sussurrava qualcuno. “Di notte, perché? Cosa vogliono nascondere”, commentavano altri.  Le emergenze di solito si definiscono tali perché non ti avvisano dell’arrivo. Come un ospite inatteso. Si pensa a cosa è meglio fare, subito. E il meglio era aiutare, perché no, salvare, quei nonnini che tra la disciplina sportiva preferita dagli italiani – l’intellettuale indignazione – nessuno ha mai con vigore ‘reclamato’. Che qualcosa non andasse, in quel Centro, era nell’aria da qualche giorno. Poi la situazione è precipitata, ed è intervenuta l’Asrem. Che trasferisce i pazienti nell’ospedale più lontano. Pensa te che fessi! Eppure ve ne era uno sotto il naso. “Ma i nonnini sono asintomatici, lasciamo i posti covid a chi è in condizioni diverse”, decidono dall’Azienda sanitaria.

E nel mentre entra nel vivo la verbale indignazione, non si registrano assembramenti, azioni forti e provocatorie pur di riavere a casa i propri nonni. Niente. Nessuno ha chiamato le forze dell’ordine per portarseli a casa.

Siamo quello che facciamo. I fatti parlano per noi, bisogna metterci la faccia. E il Direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, in quanto ad assunzioni di responsabilità potrebbe vincere a tavolino tutte le partite fin qui giocate. Nei momenti di stress, tensione, esce fuori lo spessore della persona.

I nonnini sono in buone mani, ora.

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